Il porcino che inganna: l'amaro Tylopilus felleus

Il porcino che inganna: l'amaro Tylopilus felleus

Con l'arrivo della stagione estiva, i boschi alpini diventano un paradiso per i cercatori di funghi. Tra le numerose specie presenti, il boleto del fiele (Tylopilus felleus) si distingue per il suo sapore estremamente amaro e per ricordare molto nell'aspetto una delle quattro specie di porcini commestibili presenti in Italia! E quando fa la sua comparsa, può causare delusioni a chi lo incontra, e persino sgradite sorprese in cucina per chi cade in confusione! Vediamo come riconoscerlo, dove trovarlo e perché può trarre in inganno.

Riconoscere il boleto del fiele

Tylopilus felleus presenta un cappello che varia dal marrone chiaro al marrone scuro e può raggiungere i 15 cm di diametro; ha una superficie liscia o leggermente vellutata. Lo stipite, talvolta robusto come i porcini, altre volte più slanciato, è decorato da un reticolo ben visibile e in rilievo, di colorazioni brunastre, un tratto distintivo rispetto ai porcini che non hanno mai reticoli così "scuri". Tubuli e pori del Tylopilus felleus cambiano colore con l'età, passando dal bianco al rosato-grigiastro. La carne, bianca e invariata al taglio, è caratterizzata da un sapore amarognolo piuttosto marcato, che lo rende una specie non commestibile; se ne cuciniamo uno solo nel misto di porcini, il suo sapore amaro potrebbe compromettere l'intera pietanza preparata!

Alpino prima che appenninico

Il boleto del fiele cresce principalmente in ambienti boschivi montani e collinari, in simbiosi con conifere e latifoglie, in particolare abete rosso e castagno. Preferisce fruttificare in suoli acidi e si trova spesso nelle foreste di abeti, pini e querce. È particolarmente diffuso nelle regioni alpine, mentre è meno frequente nelle regioni dell'Appennino. Nasce in estate-autunno, in genere quando il suolo inizia ad asciugarsi dopo le giornate piovose o i temporali; non ama molto il freddo e i periodi continuamente piovosi (come anche molti altri boleti).

Tylopilus felleus, esemplari adulti in una pecceta alpina nel nord-est della Penisola.

Amara confusione

Come anticipato, Tylopilus felleus viene spesso confuso -talvolta anche da occhi esperti- con alcune specie di porcini commestibili, come il Boletus edulis o il Boletus aestivalis, a causa della loro somiglianza macroscopica, in particolare quando gli esemplari sono giovani e ancora col cappello chiuso. Tuttavia, ci sono differenze chiave da osservare: il reticolo sullo stipite del boleto del fiele è molto più evidente, a ma e scuro; tubuli e pori cambiano colore con l’età, passando da bianchi a rosato-grigiastri. Inoltre, il sapore estremamente amaro della carne del Tylopilus felleus è inconfondibile e lo distingue nettamente dai porcini dal gusto mite, dolce, delicato.

Meteo e Tylopilus felleus

La presenza del boleto del fiele, Tylopilus felleus, spesso segnala un momento di transizione tra la comparsa dei porcini estivi, Boletus aestivalis, e la nascita del Boletus edulis, il porcino per antonomasia. Questo fungo trova, di fatto, il suo periodo di fruttificazione ideale in periodi di alta pressione continuativa, tipici dei mesi di Giugno e Luglio. In questi periodi, il clima stabile favorisce la fruttificazione del boleto del fiele, rendendo più probabile l'incontro con questo fungo nei boschi alpini rispetto ai più blasonati ed eduli porcini, ingannando così, con la sua somiglianza, ignari cercatori.

Come non sbagliare?

Premesso che Tylopilus felleus non è specie tossica, ma bensì inedule; ricordiamo come raccogliere funghi richieda sempre avere una buona conoscenza delle specie da riporre nel cestino. È consigliabile studiare attentamente le caratteristiche distintive dei funghi, utilizzare guide specializzate e consultare esperti in caso di dubbi, (mai, sottolineiamo, usare applicazioni o fidarsi dei social media non autorevoli).

Esemplare giovane di Tylopilus felleus, con il marcato reticolo a maglie scure e allargate.

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