Andar per funghi (o tartufi) di notte: è vietato?

Andar per funghi (o tartufi) di notte: è vietato?
Boletus edulis, in un immagine scattata con luce artificiale, alle prime ore del mattino.
La ricerca dei funghi è una passione che coinvolge migliaia di appassionati in tutta Italia, ma per praticarla in modo sicuro e rispettoso dell’ambiente è essenziale attenersi alle normative vigenti. Tra le regole meno conosciute, ma di grande importanza, vi è il divieto di cercare funghi nelle ore notturne o con l’ausilio di luce artificiale. Questa norma, sancita dalla legislazione nazionale sulla raccolta dei funghi, non è una semplice formalità burocratica, ma una misura fondata su motivazioni concrete legate alla sicurezza dei cercatori e alla tutela dell’ecosistema forestale.

Cosa dice la legge?

Secondo la normativa vigente, la raccolta dei funghi è vietata nelle ore notturne, con l’unica eccezione data dalla ricerca dei tartufi in Piemonte e Liguria, dove è stato fatto appello a una tradizione storica che ha portato a una regolamentazione specifica. In queste due regioni, infatti, la ricerca dei tartufi è consentita anche di notte, riprendendo -discutibilmente- un’usanza del passato in cui, tra riservatezza e necessità, i tartufai si avventuravano nei boschi persino con lampade a olio, spesso divisi tra il lavoro di giorno e la cerca notturna per sfruttare al massimo il periodo di fruttificazione. Per tutti gli altri avventori del bosco, il divieto è assoluto e la legge prevede sanzioni per chi viene sorpreso a cercare funghi con l’uso di torce elettriche sempre più potenti, che negli ultimi anni hanno assunto l’intensità di veri e propri fari, illuminando il sottobosco ben oltre la normale percezione notturna.

Funghi di notte, fungo porcino con torcia
La legge vieta la ricerca di funghi nelle ore notturne o con l'ausilio di luci artificiali.

Questo perché l’attività notturna comporta una serie di rischi concreti sia per il cercatore che per l’ambiente, rendendo la pratica non solo pericolosa, ma anche poco compatibile con l’equilibrio della fauna e delle dinamiche del bosco. La legge nazionale italiana (all'estero, è impensabile vedere persone nei boschi, di notte, se non emeriti avventurieri col tricolore!) stabilisce che la raccolta dei funghi sia consentita da un’ora prima dell’alba fino a un’ora dopo il tramonto, un intervallo che offre tempo più che sufficiente per dedicarsi alla ricerca in sicurezza. Questo orario permette di vivere l’esperienza nel momento migliore della giornata, immergendosi nel bosco mentre si risveglia e approfittando delle ore di luce per individuare con attenzione le fungaie più promettenti. Chi deve percorrere lunghi tragitti per raggiungere le zone migliori può farlo con calma, senza la necessità di ricorrere al buio per anticipare altri raccoglitori. Muoversi nelle ore di luce garantisce non solo una raccolta più sicura, ma anche una maggiore consapevolezza dell’ambiente circostante, evitando errori di identificazione delle specie e riducendo il rischio di incidenti.

Il pericolo del buio

Il bosco, nelle ore notturne, diventa un ambiente estremamente insidioso, anche per chi è abituato a muoversi nella natura. L’assenza di luce naturale rende difficile valutare il terreno, aumentando il rischio di inciampare su radici, sassi o rami nascosti. Una caduta accidentale può trasformarsi in un problema serio, specialmente se il cercatore è da solo e si infortuna in una zona difficilmente raggiungibile. Uno dei rischi maggiori è quello di scivolare e perdere l’equilibrio su terreni umidi o scoscesi, con la possibilità di fratture o traumi che, al buio, possono rendere ancora più complicata la richiesta di soccorso. Se una persona si fa male di notte, l’individuazione e il recupero diventano molto più complessi per le squadre di soccorso, che si trovano a operare in condizioni difficili, con visibilità ridotta e ostacoli imprevisti. Oggi il problema si aggrava ancora di più, perché molte persone, credendo di potersi affidare completamente al GPS, si avventurano in aree che non conoscono, convinte di potersi orientare senza difficoltà. Ma il bosco di notte non è una strada cittadina: la tecnologia, per quanto utile, non sostituisce l’esperienza sul campo. Il GPS può perdere il segnale, la batteria dello smartphone può scaricarsi e la difficoltà di interpretare la morfologia del terreno al buio può portare a errori fatali. In una situazione del genere, anche un piccolo imprevisto può trasformarsi in una notte di disorientamento e pericolo, con temperature più rigide che mettono a rischio la resistenza fisica, soprattutto in caso di pioggia o umidità elevata.

Cercatore di funghi con luce artificiale, al crepuscolo, in una faggeta appenninica.

La quiete della fauna

La raccolta notturna non rappresenta solo un pericolo per il cercatore, ma ha anche un impatto negativo sull’ecosistema, interferendo con la vita della fauna selvatica che segue ritmi ben definiti. Molti animali hanno abitudini prevalentemente notturne e l’uso di torce o fari artificiali può disturbare il loro comportamento naturale, spingendoli a fuggire o a modificare i loro percorsi abituali. Il bosco di notte si popola di attività invisibili durante il giorno: i predatori si muovono alla ricerca di prede, i piccoli mammiferi escono dai rifugi per nutrirsi, uccelli notturni come gufi e allocchi pattugliano il territorio in cerca di roditori, mentre anfibi e insetti sfruttano l’umidità per spostarsi. L’improvvisa presenza dell’uomo con fasci di luce diretta e rumori inusuali può disorientare questi animali, interrompendone l’attività vitale e mettendoli in situazioni di stress o pericolo. Oltre al disturbo generale, l’incontro con alcuni animali può trasformarsi in un problema concreto. La notte è il momento in cui volpi, cinghiali, tassi e altri mammiferi si spostano con maggiore libertà. Un incontro ravvicinato con un cinghiale, che di notte si muove in cerca di cibo con la prole, può essere rischioso se l’animale si sente minacciato e reagisce con un improvviso attacco. Anche i lupi, presenti in diverse aree italiane, tendono a evitare l’uomo ma potrebbero essere insospettiti da movimenti e luci nel loro territorio. I serpenti velenosi, pur essendo generalmente schivi, nelle stagioni più calde mantengono un’attività crepuscolare e notturna e potrebbero trovarsi proprio lungo i sentieri meno visibili.

Tyto alba - Barbagianni comune
Un giovane barbagianni, Tyto alba, uccello rapace dalle attitudini notturno-crepuscolari.

Oltre ai rischi diretti, cercare funghi di notte aumenta anche il pericolo di danneggiare inconsapevolmente l’ambiente circostante. Con una visibilità ridotta, è facile calpestare senza accorgersene giovani esemplari di funghi ancora in crescita, compromettendo la loro maturazione e riducendo le possibilità di raccolta future. Il suolo del sottobosco è un equilibrio delicato, dove ogni pianta, fungo e animale gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento della biodiversità. Muoversi al buio significa ignorare questi dettagli, aumentando la probabilità di arrecare danno senza rendersene conto.

Efficacia della ricerca

Molti pensano che cercare funghi di notte possa essere vantaggioso per anticipare altri raccoglitori, ma in realtà questa pratica non offre alcun beneficio significativo. La convinzione che muoversi al buio garantisca un raccolto migliore si scontra con le difficoltà di individuare con precisione gli esemplari e di riconoscere le condizioni ottimali del terreno. Durante il giorno, la luce naturale permette di osservare meglio la presenza fungina, distinguere con maggiore sicurezza le specie e individuare habitat favorevoli, valutando le condizioni di crescita e scegliendo con più accuratezza le zone più produttive. Il sottobosco è un ambiente ricco di dettagli e ogni indizio, dal tipo di vegetazione al grado di umidità, può fare la differenza nella ricerca.

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Di notte, le torce possono rendere i funghi più visibili nel sottobosco, creando un contrasto netto tra il cappello e la lettiera e facendo emergere forme che di giorno si mimetizzano tra le foglie. Tuttavia, il cono di luce artificiale restringe il campo visivo, focalizzando l’attenzione solo su ciò che è immediatamente illuminato e lasciando il resto nell’ombra. Questo limita la percezione dell’ambiente circostante, aumentando il rischio di inciampare, di calpestare giovani esemplari ancora in crescita e di non valutare adeguatamente i pericoli legati al terreno e alla fauna notturna.

Chi ha vera esperienza sa che il vero segreto non è correre nel bosco all’alba o nel cuore della notte, ma sapersi muovere con la giusta strategia. Nelle zone di raccolta più conosciute, molti cercatori esperti evitano di farsi vedere dagli esagitati del mattino e preferiscono uscire nel pomeriggio, quando la frenesia delle prime ore si è placata e i funghi che al mattino erano ancora nascosti sotto le foglie iniziano a emergere meglio alla luce del sole. Il pomeriggio offre una visione più chiara delle condizioni del bosco, consentendo di cogliere dettagli che sfuggono nella fretta delle prime ore del giorno e di raccogliere con più calma senza il rischio di pestare esemplari in fase di sviluppo.

Probabilmente, chi si avventura nel bosco di notte non lo fa per pura passione o per amore della natura, ma piuttosto per raccogliere senza alcun rispetto per le regole che garantiscono l’equilibrio del sottobosco. Agire nell’oscurità, lontano da occhi indiscreti, significa spesso ignorare i principi di una raccolta etica, sfruttando il bosco con un’ingordigia che non tiene conto né del diritto degli altri cercatori né della necessità di preservare il ciclo naturale dei Funghi.

Tasso, Meles meles; badger
Un tasso (Meles meles); incontro frequente in ambienti boschivi nelle ore notturne.

Una tutela per tutti

Il divieto di raccolta notturna non è una semplice imposizione burocratica, ma una misura necessaria per garantire la sicurezza di chi si avventura nel bosco e la salvaguardia dell’ecosistema. Evitare di addentrarsi nella foresta al buio riduce il rischio di incidenti, scongiura situazioni di smarrimento, protegge la fauna selvatica e consente una raccolta più efficace e rispettosa dell’ambiente. Il bosco segue ritmi precisi, regolati dalla luce naturale e dalla quiete notturna, e alterare questi equilibri per una raccolta sregolata significa non solo esporsi a pericoli, ma anche compromettere la naturale rigenerazione del sottobosco. La ricerca dei funghi deve rimanere un’attività piacevole, sicura e sostenibile, svolta con consapevolezza e nel rispetto delle normative. Le regole esistono per un motivo (e lo sottolineiamo): proteggere chi pratica questa passione e preservare il patrimonio naturale affinché possa continuare a offrire i suoi frutti nel tempo. La raccolta consapevole è il miglior modo per rispettare il bosco e chi lo vive, evitando comportamenti dettati dalla fretta o dall’ingordigia. Un fungo trovato nel pieno della luce del giorno non solo è più piacevole da cogliere, ma è anche frutto di un approccio che valorizza il rispetto per la natura e per il lavoro silenzioso che essa compie ogni giorno per chi sa attendere e osservare.

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