Funghi - la faggeta in autunno
L'autunno in Italia è una stagione di grande fascino, specialmente nelle faggete, che in questo periodo si trasformano in spettacoli di colori vivaci e si fanno protagoniste di processi ecologici di grande rilevanza. Le faggete si distribuiscono principalmente in ambienti montani e collinari, diffondendosi lungo tutta la penisola, dalle Alpi agli Appennini, e arrivando persino nelle aree montuose delle isole maggiori come la Sicilia e la Sardegna.
Questi boschi si concentrano solitamente nelle fasce altitudinali comprese tra i 600 e i 1600 metri, ma in alcune regioni possono estendersi a quote inferiori o superiori, grazie a microclimi particolari o a condizioni ambientali favorevoli. È importante sottolineare che esistono popolazioni relitte di faggi in aree insolitamente basse o isolate, come in alcuni tratti dell'Italia meridionale o nelle zone litoranee, dove il faggio ha mantenuto la sua presenza sin dai tempi delle glaciazioni. Queste popolazioni rappresentano testimonianze viventi di antichi periodi climatici e sono di particolare interesse ecologico per il loro isolamento e la loro capacità di adattamento. E sono i luoghi più tardivi dove cercare i funghi propri della faggeta; in queste zone, infatti, i porcini possono stupirci spuntando come d'incanto anche verso la fine del mese di Novembre, persino nel nord Italia!
Il foliage in faggeta: un'esplosione di colori
Uno degli spettacoli più iconici dell’autunno nelle faggete è il foliage, ovvero la mutazione cromatica delle foglie prima che cadano a terra. Nelle faggete, il processo di defogliazione è particolarmente suggestivo, poiché il faggio (Fagus sylvatica) assume tonalità che spaziano dal giallo oro al rosso intenso, creando un panorama variopinto che attira amanti della natura e fotografi da tutta Italia. Questo fenomeno è legato alla riduzione delle ore di luce e all’abbassamento delle temperature, che inducono le piante a ridurre la produzione di clorofilla, il pigmento che conferisce alle foglie il loro caratteristico colore verde durante la stagione vegetativa. Quando la clorofilla si degrada, emergono altri pigmenti, come i carotenoidi e gli antociani, che sono responsabili dei colori gialli, arancioni e rossi.
Funghi e umidità: la simbiosi perfetta
L’autunno è, ovviamente, anche la stagione d’oro per i funghi, che trovano nelle faggete un ambiente ideale grazie all’abbondanza di materia organica e all’umidità costante. Il terreno di queste foreste, ricco di detriti vegetali e foglie in decomposizione, fornisce il substrato perfetto per la crescita di una grande varietà di specie fungine, tra cui molte specie della famiglia delle Boletaceae, compresi i porcini (nel video, sono presenti Boletus edulis e Boletus pinophilus), e molte specie dei generi Amanita, Russula e Lactarius. Le piogge autunnali, frequenti e moderate, in genere garantiscono il livello di umidità necessario affinché i funghi possano svilupparsi correttamente, soprattutto in ambienti riparati e ombreggiati come quelli creati dalla fitta copertura delle faggete. L'umidità del suolo gioca un ruolo fondamentale: quando il terreno rimane costantemente umido, ma non troppo saturo, si creano le condizioni ideali per la crescita del micelio dei funghi simbionti, fra i quali i porcini, che continueranno a nascere fin quando le foglie verdi saranno ancora presenti sulle piante simbionti. Questo accade perché, in queste foreste, il micelio di funghi simbionti, come i porcini o le specie del genere Russula, stabiliscono connessioni simbiotiche con le radici delle piante, aiutandole ad assorbire meglio i nutrienti dal suolo, in particolare fosforo e azoto. In cambio, gli alberi forniscono ai funghi zuccheri prodotti attraverso la fotosintesi. Questo scambio di risorse contribuisce alla stabilità e alla resilienza dell'ecosistema forestale, rendendo le faggete luoghi di grande biodiversità e vitalità biologica.
In linea generale, durante l’autunno, le faggete italiane, specialmente quelle appenniniche, godono spesso di un equilibrio climatico perfetto, con piogge regolari intervallate da giornate più asciutte che consentono un’ottima fruttificazione fungina.
Questione di temperature?
Le temperature ottimali per la crescita fungina nelle faggete italiane oscillano tra i 10 e i 20 gradi mediani. Questa fascia termica, tipica delle giornate autunnali, crea le condizioni perfette per l’attività del micelio, che prolifera nelle ore notturne quando la rugiada aumenta l’umidità al suolo. Le notti fresche, senza però eccessi di freddo, sono particolarmente importanti perché favoriscono la condensazione dell’umidità, mantenendo un substrato sufficientemente umido ma non saturo. Le faggete riescono spesso a mantenere un microclima stabile, protetto dall’intensità dei venti e dalle oscillazioni climatiche più estreme, rendendole habitat eccellenti per la stagione autunnale e la crescita fungina. Tuttavia, il successo dello sviluppo fungino nelle faggete dipende da un equilibrio costante. Un terreno eccessivamente secco, magari dovuto a una mancanza di piogge prolungata, inibisce lo sviluppo dei miceli e la crescita dei funghi. D’altra parte, -come in questo inizio d'ottobre 2024-, una saturazione idrica prolungata, causata da piogge intense e continue, può asfissiare i miceli e rendere il terreno troppo compatto, bloccando l'ossigeno necessario per lo sviluppo fungino. Questo può compromettere la capacità dei funghi di fruttificare, riducendo drasticamente la quantità e la varietà delle specie presenti nel sottobosco.